Storia della festa del Carmine

Caratteri generali
 
Nella seconda metà del Trecento, in Inghilterra, i carmelitani iniziarono a celebrare, il 17 luglio, una «solemnis memoria beatae Mariae virginis», per ringraziare la Madonna dei benefici impartiti al Carmelo e per esaltare la Vergine Patrona.
 
La data della festa sembra sia da collegare alla data dell'ultima sessione del concilio di Lione (1274) nella quale si concesse all'ordine carmelitano «di rimanere nel suo stato attuale, finché non si decida altrimenti», salvandolo dalla soppressione. Con la festa del 17 luglio, insomma, si voleva celebrare la Patrona che aveva salvato l'ordine.
 
Solo alla fine del XV secolo la festa fu spostata al 16 luglio, in memoria dell'apparizione a san Simone Stock. Nel Cinquecento, pur non perdendo la sua fisionomia primitiva di celebrazione di Maria Patrona, assunse gradualmente il carattere di festa dello Scapolare, fino a divenire nel 1606 «festa delle confraternite carmelitane». Tale festa, diffusa autonomamente in ogni parte del mondo cattolico, fu ufficialmente estesa da papa Benedetto XIII, col breve del 24 settembre 1726, a tutta la Chiesa con messa propria.
 
 
La festa a San Severo

Nel 1648 alcuni frati carmelitani si insediarono presso la chiesa di santa Croce al Mercato. Qui introdussero il culto per la Beata Vergine del Monte Carmelo, esponendo alla pubblica venerazione un dipinto, copia della Madonna Bruna del Carmine Maggiore di Napoli. Istituirono fin da subito i festeggiamenti per la Beatissima, solennizzandoli sia liturgicamente sia esternamente, anche con “sparatori” (batterie pirotecniche).

Il nuovo culto fu subito oggetto di grande devozione per i sanseveresi, diventando in poco tempo uno tra i più praticati fra quelli mariani presenti in città. Alcuni anni dopo, nel 1652, i carmelitani lasciarono il piccolo convento ma il culto, grazie al gran seguito di fedeli, non conobbe crisi. Nel 1684 infatti nacque una confraternita, composta per lo più da artigiani, che chiese e ottenne dal vescovo di farsi assegnare la chiesa per restaurarla e migliorarla. I festeggiamenti dunque proseguirono per il resto del XVII e per tutto il XVIII secolo.

La MadonnaNel 1790 giunse da Napoli il prestigioso simulacro ligneo della Madonna del Carmine, scolpito in solido dai fratelli Michele e Gennaro Trillocco su bozzetto del grande maestro Giuseppe Sanmartino, e fu posto nella ricca cona marmorea settecentesca sostituendo l’antico venerato dipinto. Alcuni anni dopo, probabilmente entro il primo quarto del XIX secolo, si intraprese l’usanza di concludere i festeggiamenti liturgici della Vergine del Carmine con una solenne processione per le vie della città col nuovo simulacro (cui si aggiunsero, molto dopo, dapprima «altri santi» a farle corona, poi esclusivamente le statue di santa Teresa d’Avila e san Simone Stock). Contemporanea all’istituzione della processione è l’elegante pedana lignea di gusto neoclassico adibita al trasporto esterno della Vergine. In origine l’itinerario includeva le strade del cosiddetto «Giro interno»: largo Carmine, via Imbriani, via Matteo Fraccacreta, via Santa Lucia, via Roma, via Umberto Fraccacreta, largo Carmine. Successivamente, dai primi anni del Novecento, il sacro corteo si spostò sul “Giro esterno”, in quel tempo scelto come itinerario canonico delle maggiori processioni della città: largo Carmine, via Tiberio Solis, piazza Allegato, corso Gramsci, piazza Nicola Tondi, via Matteo Tondi, via Alessandro Minuziano, via Tiberio Solis, largo Carmine.

Ieri, come oggi, si allestivano spettacoli pirotecnici di batteria per celebrare il passaggio della Madonna presso le porte principali della città. Gli odierni magnifici processionalia che adornano il sacro corteo carmelitano risalgono agli anni novanta dell’Ottocento: lo stendardo dell’arciconfraternita, riccamente ricamato in oro e impreziosito da un medaglione centrale in argento massiccio raffigurante la Madonna del Carmine; le otto ricche lanterne in metallo nobile; il fastoso baldacchino, il più ricco della città, a otto aste sormontate da pregevoli pomelli in legno dorato e piumate.

Negli anni ottanta del Novecento, durante il periodo di commissariamento vescovile dell’arciconfraternita, la tradizionale processione fu sospesa, pur non venendo meno le imponenti celebrazioni liturgiche presso la chiesa. La tradizione fu definitivamente ripristinata nel 1993. Ancor oggi la festa si svolge in maniera pressoché invariata, preceduta da un solenne novenario. Il 16 luglio, o in un giorno poco precedente la festa, il vescovo celebra un solenne pontificale, che dal 2013 si tiene – come già talvolta in passato – all’aperto, in largo Carmine. Fin dalle prime ore del 16 Luglio si celebrano numerose messe presso la chiesa e al mezzogiorno si recita la supplica alla Beata Vergine del Carmelo. Nel tardo pomeriggio si snoda la processione, allietata da un concerto bandistico e accompagnata da un gran seguito popolare. Nei rioni, al passaggio della statua della Madonna, sono incendiate a devozione le tradizionali batterie. Al rientro della statua della Madonna ha luogo il tradizionale ‘incendio’ del campanile della chiesa del Carmine, uno spettacolo realizzato con effetti scenici e giochi pirici che simulano l’incendio della torre campanaria.